2.240 metri sul livello del mare. Potrebbe essere l'altezza dei salti di gioia fatti dai tifosi Ferrari dopo la doppietta di Austin, è certamente l'altitudine su cui si trova il circuito del Gp del Messico, prossimo appuntamento del mondiale di Formula 1. Aria più rarefatta e più povera di ossigeno che costringe alle squadre di montare un assetto molto carico, stile Monaco, nonostante ci sia una velocità pari a Monza. Oltre al carico, però, le altre due aree su cui i team dovranno lavorare saranno quella delle prese dell’impianto di raffreddamento dei freni e quella del sistema di sovralimentazione per compensare con il turbo una perdita prevista intorno ai 100 cavalli. Quindi a Città del Messico ci sarà da sudare per la Ferrari per confermarsi, anche se dalle parole, sembra trapelare molta fiducia. La FP1, infatti, sarà quindi focalizzata nel cercare il migliore utilizzo dell’ibrido a supporto del turbo. Per questo a Maranello stanno capendo se portare o meno gli aggiornamenti al fondo che erano previsti: la questione centrale però è che ad inizio novembre il weekend del Brasile avrò una Sprint Race e se non saranno portati in Messico gli aggiornamenti rischiano di slittare fino a Las Vegas, calendarizzato il 24 novembre. Vale la pena rischiare? 

Sezione: News / Data: Mer 23 ottobre 2024 alle 17:00
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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