La Formula 1 Commission ha stabilito che a partire dal 2025 il GP di Monaco dovrà prevedere almeno due pit-stop obbligatori. L’intenzione, sulla carta, è quella di introdurre variabili strategiche in un tracciato spesso definito “noioso” se non intervengono imprevisti come la pioggia battente o safety car. Tuttavia, questa decisione sembra più un escamotage che un reale tentativo di andare incontro alle esigenze del pubblico, il quale spesso lamenta come le moderne monoposto, sempre più grandi e perfette, fatichino a offrire spettacolo nelle strette vie del Principato.

 

I due pit-stop appaiono un semplice palliativo, un modo per preservare un appuntamento che, oltre al fascino glamour, rischia di offrire poco altro in termini di sorpassi e azione in pista. La questione non è tanto se la scelta sia giusta o sbagliata, quanto piuttosto se abbia ancora senso tenere Monaco in calendario con queste soluzioni “artefatte”. L’alternativa sarebbe stata ammettere apertamente il calo di adrenalina mantenendo la gara per il suo prestigio storico, senza introdurre forzature regolamentari che rischiano di snaturare ancor di più l’evento.

La storia va tutelata, ma anche aggiornata con criterio. Se le monoposto del futuro sono troppo ingombranti per rendere Monaco quel palcoscenico di sorprese e duelli ravvicinati che tutti ricordano, forse la vera riflessione dovrebbe concentrarsi su un eventuale passo indietro o su un cambiamento strutturale. Invece, la Formula 1 Commission ha preferito una strategia di “pezza”, senza affrontare il nodo principale: la compatibilità dell’attuale tecnologia con un circuito che rimane anacronistico.

In attesa di vedere come piloti e squadre gestiranno questa nuova regola, resta in sospeso l’interrogativo più grande: Monaco ha ancora un ruolo fondamentale in un campionato sempre più votato alla spettacolarità artificiale? La risposta, inevitabilmente, è lasciata al pubblico e ai vertici dello sport. E chissà che non sia arrivato il momento di scindere il legame incrollabile tra storia e attualità, perché a Monaco l’eccellenza del passato non merita soluzioni di facciata.

Mirko Borghesi

Sezione: Editoriale / Data: Dom 23 febbraio 2025 alle 17:54
Autore: F1N Redazione
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