Un dominio del genere non lo si vedeva fa un po' di tempo in casa Ferrari. Pole, giro veloce, vittoria, venti secondi al secondo classificato e distacco, al momento, siderali in entrambi le classifiche e il weekend in Australia non è stato neanche perfetto. Nella nuova Melbourne Charles Leclerc vince ancora, mostrando una fame impressionante nel team radio goliardicamente serio che è già entrato nella storia. Se Leclerc ha due vittorie, Max Verstappen ha due ritiri sul groppone che mettono già in serio pericolo le ambizioni di repeat e ad approfittarne c'è una Mercedes solidamente più lenta, ma presente. Segnali di risveglio dalla McLaren, mentre l'Alpine paga ancora pegno con la dea fortuna. Torna il nostro power ranking con diverse variazioni, che non rispecchierà le classifiche mondiali, ma i rapporti di forza visti in pista.
1. Ferrari (-): Raccogliere tutto ciò che si ha seminato e non esser ancora soddisfatti. É questo il significato dietro la continua richiesta di fare il giro veloce da parte di Charles Leclerc, ma è un concetto che si può espandere benissimo anche all'intero team Ferrari. L'arrivo di Mattia Binotto in vetta alla piramide operativa di Maranello era proprio finalizzata alla nascita di un nuovo progetto dominante con l'inizio di una nuova era. Doveva essere 2021, invece è stato 2022, allungando l'agonia, ma la Ferrari sono anni che sta seminando buoni propositi. Ora li sta mettendo in pratica. Non si è soddisfatti perchè non si è ancora vinto niente, non si è soddisfatti perchè Carlos Sainz ha litigato con la buona sorte, patendo, forse per la prima volta, la pressione, non si è soddisfatti perchè il campionato è lungo e in questi eterni 15 anni di digiuno spesso la Ferrari si è fatta prendere dai facili entusiasmi. Testa bassa ad Imola con l'obiettivo di far esplodere la Marea Rossa che dovrebbe sbarcare in Emilia Romagna.
2. Red Bull (-): Tanta dell'euforia presente in casa Ferrari è dovuta anche ai problemi di affidabilità patiti in casa Red Bull. Non è bello godere delle difficoltà altrui, ma dopo anni di amarezza e di sfottò subiti una sana rivincita non si può criticare. Guai a parlare di sfortuna per la Red Bull perchè un motore rotto può esserlo, ma due ritiri e avere 3/4 delle vetture motorizzate Red Bull già al loro terzo motore è un problema enorme che si ripercuoterà sul mondiale. Power unit o no, Max Verstappen stavolta non aveva il ritmo per battagliare con Charles Leclerc. Troppo graining, troppo pesante la macchina per poter attaccare la Bestia rossa. Idem Sergio Perez che ha dovuto guardare le spalle dalla Mercedes. Urge trovare soluzioni.
3. Mercedes (-): Al momento è tutto ciò che non è Red Bull: lenta, poco competitiva ma affidabile. L'ultima caratteristica spesso, però, è quella che ti fa portare più punti a casa e quindi la scuderia otto volte campione in carica è 2° nei piloti con George Russell e 2° nei costruttori davanti a Red Bull, mettendo fieno in cascina in attesa di tempi migliori. L'obiettivo ora è che accelerare l'arrivo di questi e a Melbourne si sono visti i primi passi in avanti: il duo di piloti è di tutto livello e si è visto con una doppia partenza fulminante, mentre la macchina sembra essere quella che patisce di più il porpoising in tutto il paddock.
4. Alpine (+1): Fernando Alonso poteva fare la pole ed è andato a muro. Fernando Alonso poteva andare a punti grazie al talento e alla strategia e alla fine ha chiuso ultimo. Lo scorso anno i francesi sono arrivati 5° grazie a due jackpot da mille punti che hanno oscurato una discontinuità vista per tutto il mondiale, quest'anno sembrano aver preso il posto di McLaren senza però avere la fortuna per riscuotere il giustificato premio. Poco importa perchè Esteban Ocon si piazza bene e porta punti alla causa francese, che sembra anche lei aver imbroccato la giusta strada.
5. Haas (-1): Ahi, ahi cara Haas. Questo è un weekend da vecchi rugginosi sapori. Okay che sia Schumacher che Magnussen hanno affrontato il weekend acciaccati, però dopo le prime due ottime prove ci si aspettava di più da loro. La qualità c'è, soltanto che non si è vista in questo weekend e retrocedono perchè l'Alpine sembra avere in mano un macchina di un altro livello. Una weekend da fondo pista, uno di quelli che Steiner non vorrebbe rivedere più, ma non è sempre primavera per gli americani.
6. Alpha Tauri (-): Il talento arriva dove la macchina non può. Non sembra essere l'anno dell'Alpha Tauri che patisce e soffre un centro-griglia scombiccherato ma di sicuro valore rispetto allo scorso. In un modo del tutto simile a quanto fatto per Mick Schumacher, questa è la stagione in cui Yuki Tsunoda deve dimostrare di essere un pilota da Formula 1. Pierre Gasly lo punisce ogni volta che può, grazie ad un mix di talento e solidità che potrebberlo rimettere in corsa per la Red Bull, e il giapponese deve dimostrare di poter essere il prossimo leader della scuderia minore e lo deve fare andando anche oltre il livello della macchina, mettendoci qualcosa di suo che non si è visto a Melbourne-
7. McLaren (+1): La crescita è stata decisa in tre Gran Premi, anche se la McLaren partiva con altre ambizioni. Ma due macchine in Top Ten sia al sabato che alla domenica regala sensazioni positive su una vettura migliorata in termini di porpoising, ma senza il passo brillante in grado di tener testa ai più forti. La strategia sembra essere molto simile a quella di Mercedes: analizzare, migliorare e sfruttare tutte le occasioni possibili senza strafare. Sarà una dura risalita.
8. Alfa Romeo (-1): Valtteri Bottas sta vivendo una terza fase di carriera da pace dei sensi. Leader indiscusso di un team dall'alto potenziale che gli permette, senza pressione, di lottare e ambire alla Q3 e alla Top Ten in gara aiutando un giovane rookie a performare. Non è andato tutto per il verso giusto in Australia con l'ex Mercedes ad interrompere una striscia di 100+ gare in Q3, ma la domenica si fanno i punti e il finlandese batte cassa. É incredibilmente solido invece Guanyu Zhou che sfrutta tutta la sua esperienza accumulata nelle serie minori per sopravvivere anche nel caotico centro-griglia.
9. Aston Martin (-): Dopo tre gare sono l'unica squadra a non aver conquistato punti. Non è bastato l'esordio di Sebastian Vettel per battere avversari e risalire la griglia, anzi il tedesco si è inabissato nelle difficoltà del team inglese che non sembra aver imbroccato la strada giusta. Lance Stroll invece lavora sempre meglio la domenica che nel resto del weekend, ma sembra davvero buia la situazione in casa Aston.
10. Williams (-): Si sa che il Rally è una disciplina estremamente pericolosa. Il team principal della Williams Jost Capito viene da lì e sa che prendersi dei rischi significa anche poter fare la figura dei fessi, ma che a volte premia più del dovuto. A Melbourne è successo questo: 56 giri a dire "Ma a che gioco stanno giocando in Williams" per poi applaudire tutti quanti anche se alla fine il punto conquistato è stato solo uno. Alexander Albon sta mettendo in pista quello che George Russell faceva lo scorso anno e il risultato si è visto. Forse, sarebbe ora anche di trovare un secondo pilota di livello.
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